Apple pensa a server fatti in casa

Apple pensa a server fatti in casa

Le preoccupazioni di Apple sulla possibilità che i governi accedano ai dati protetti degli utenti va oltre il caso che nelle ultime settimane ha visto la compagnia contrapposta all’Fbi per lo sblocco dell’iPhone del killer di San Bernardino. La casa di Cupertino starebbe infatti lavorando a sei progetti per creare ‘in casa’ infrastrutture cloud, server e apparecchiature di rete in modo da evitare il rischio di spionaggio. È quanto riporta il sito The Informer citando persone a conoscenza dei fatti.

Almeno in parte, si legge, gli sforzi di Apple per costruire i propri server sarebbero motivati dalla volontà di renderli sicuri. “Apple ha a lungo sospettato che i server ordinati ai fornitori tradizionali fossero intercettati lungo la spedizione e manipolati con l’aggiunta di componenti elettronici (chip e firmware) da parte di sconosciuti per rendere i server vulnerabili a infiltrazioni”. “A un certo punto – prosegue The Informer – Apple ha anche messo alcune persone a fotografare le schede madri e ad annotare le funzioni di ogni chip”, per essere certa che non fossero state manipolate.

Tali timori non sono infondati: con l’esplosione dello scandalo Datagate (il caso Snowden), nel 2013 il mondo venne a conoscenza che l’NSA, l’agenzia di sicurezza statunitense, intercettava le spedizioni di apparecchiature elettroniche delle persone tenute sotto controllo, modificandole con strumenti per lo spionaggio.

Scandalo globale per i programmi di intercettazione dell’NSA statunitense svelati da Edward Snowden.
I sistemi Prism e Muscular americani, ma non solo: anche la Gran Bretagna con la sua Cghq aveva un programma di ascolto, chiamato Tempora.
A rischio i rapporti tra Usa e Europa. Eppure anche Germania, Francia, Spagna e Svezia collaboravano con Londra.

Ecco l’articolo su “La Repubblica” con tutti gli articoli collegati a questo caso che ha sconvolto il mondo occidentale.